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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

NON RE-AZIONE

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Spiaggia (2016) L'ossessione dell'immagine, del ritagliare, dell'immagazzinare e dell'accumulare, sembra essere la peculiarità di questo periodo storico. Non è facile rimanerne immuni. Decidere di aggregarsi al branco oppure isolarsi sono entrambe conseguenze logiche di questa mania collettiva. Si può fare qualsiasi cosa, eccetto evadere la causa che ha provocato il nostro agire (o il nostro non-agire). Quando un dato evento provoca in noi una reazione, possiamo dire di essere sotto il controllo di tale evento. Abbiamo perso la nostra libertà. Annullare il pensiero, ignorare ogni possibile conseguenza, cancellare ogni etichetta, sopprimere ogni intento, raggiungere tutto ciò non attraverso un'azione ma grazie al silenzio, può essere il punto di partenza per un gesto veramente nuovo. Incontaminato. Non reattivo. 

RELAZIONI

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Amsterdam - Palazzo di Giustizia (2013) Le relazioni costituiscono la base della nostra esistenza. Non potremo dire di esistere se non potessimo relazionarci con qualcosa o qualcuno. Come il fotografare è imprescindibile dal fotografato, così io non posso esistere senza di te. Ma la divisione è solo apparente. Proprio perché entrambi dipendenti l'uno dall'altro, siamo in realtà una cosa sola. Si fa un gran parlare di "amore" senza conoscerne il vero significato, che è poi il riconoscersi negli altri. A volte può bastare uno sguardo... Ecco che il "guardare" assume allora un significato potente, perché solo chi è in grado di guardare può accedere alla conoscenza del vero. La fotografia è un "guardare" ritagliato e cristallizzato in un'immagine. Ma il "guardare" appartiene sempre e solo a chi guarda e non è esclusività del fotografo.

LA VIA DELLA VERITA'

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Cecilia (2014) Ho scelto di raccogliere delle immagini, di catalogarle, selezionarle ed infine mostrarle secondo un percorso personale, a volte pensato, più spesso sentito intimamente. La mia esperienza fotografica è questa qui. La verità ne vuole essere l'essenza. Per anni ho cercato un modo per raccontare quello che riuscivo a guardare attraverso l'obbiettivo, un'etichetta, uno stile, una firma con cui potessi identificarmi. Poi ho scoperto che vi era una contraddizione di fondo tra la mia ricerca espressiva, che sembrava dovesse per forza passare attraverso l'identificazione in un qualcosa, e la mia ricerca spirituale che richiedeva l'abbandono di ogni falsa identificazione. Potrei dire di avere affidato a Dio il mio lavoro, anche se forse sarebbe una spiegazione un po' ingenua. Tutto è successo per caso... o per volere divino... che poi è uguale.

UNICO OBBIETTIVO

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Parcheggi - Utrecht (2015) Abbandonare la pratica predatoria per quella del raccoglitore.  Le immagini che raggiungono l'obbiettivo non mi appartengono, e solo lasciandole spoglie di significati riuscirò a sentirmi libero come loro. Se vorrò trasformarle in un'opinione, metterle in una gabbia fatta di sbarre ideologiche, starò al grande gioco, e non c'è nulla di male in questo, almeno che non finisca per prenderlo troppo sul serio.  Quel che è arriva naturalmente, il resto è cercato, voluto dai modelli di pensiero, elaborato e poi venduto.  Non serve aggirare le regole dell'estetica, che sono troppo spesso convenzionali. Molto meglio non pensare. L'ambizione porta fuori strada, imprigionando l'incauto nel limbo dell'inquietudine e dell'insoddisfazione. Seguire le regole o abbatterle, poco importa... ma evitare di rincorrere a testa bassa un qualsiasi primato deve rimanere il solo obbiettivo.

L'IMMUTATO

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Shopping in Amsterdam (2015) È il bel guardare che ha inventato l'immagine oppure è il formato-immagine che ci ha insegnato a guardare? Nel gioco del divenire e del trasformarsi, tutto va secondo le correnti di pensiero. Il vero incomincia dove termina il trastullarsi della mente. C'è un fare e un disfare, sullo sfondo dell'essere. Dal silenzio nasce il desiderio di vedere e questo accade in modo naturale, senza pretese. L'immagine è catturata per essere restituita agli occhi di chi vuol guardare, seguono così innumerevoli codificazioni che assecondano il gioco. Ciò che è rimane immutabile, nella vita come in un'immagine, nonostante il desiderio comune di volerlo interpretare.