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Visualizzazione dei post da 2019

DEVOZIONE

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Ancora Amsterdam - Amsterdam (2019) Il mistico indiano Ramana Maharshi ci insegna che "tutte le azioni, se compiute disinteressatamente e con l'aiuto dei tre mezzi purificati (corpo, linguaggio e mente) nell'assoluta devozione del Signore, diventano le azioni stesse del Signore". Ne consegue che ogni processo creativo disinteressato può a sua volta diventare una forma di devozione. Per questo motivo considero il mio errare alla ricerca di immagini, in contemplazione e in armonia con il Manifestato, una forma di preghiera.

ESPERIENZA-PERFORMANCE

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Partecipare - Imola 2019 La mia idea di street-photography è quella di un'esperienza-performance sempre nuova. Ogni uscita è un evento meraviglioso consacrato alla pratica creativa. Se alla base di questo intento vi sono qualità come la verità, il senso di comunione e il desiderio di vincolare il proprio vedere a quello del lettore delle immagini raccolte, allora questa uscita-performance è il messaggio stesso, la messa in scena, il senso ultimo del mio fotografare. 

RICERCA

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Ulivo Toscano - Fiesole (2019) La mia è la ricerca di uno stato creativo non vincolato all'"io" e al "mio", una condizione di totale identificazione con il tutto dove il particolare è imprescindibile dalla totalità. Si crea e basta, e questo è da tenere sempre bene a mente. 

UN VEDERE DEMOCRATICO

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Apparizioni in Sequenza - Ronciglione (2019) In Egglestone ritrovo le mie idee sulla potenzialità visiva. La sua ossessione per lo scontato, il suo istinto per le tecniche d'inquadratura, quei colori saturi e ribelli, tutto sembra voler gridare al miracolo della creazione. Se per un istante il testimoniato e il testimone entrano in simbiosi, rivelando l'inganno dualistico, qualsiasi rappresentazione che ne deriva può trasformarsi in arte. Uomo complesso e, come tutti i grandi artisti, esposto alle insidie dell'ego, trova la via della comprensione attraverso l'osservazione imparziale del manifestato. Lui stesso lo definisce un "vedere democratico", libero e senza pregiudizi. 

IL FOTOGRAFO GENTILE

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Carlijn - Ronciglione (2019) Ogni grande fotoreporter ci insegna che è fondamentale instaurare un rapporto di fiducia con i soggetti da ritrarre se vogliamo portare a casa un lavoro equilibrato e il più possibile attinente alla realtà. Questo paradigma vale però solo per un certo tipo di fotoreporter. La fiducia tra il fotografo e il soggetto porta a risultati specifici, che necessitano di altrettante letture. Ma se invece di entrare in punta dei piedi nella scena di ripresa ci buttassimo con prepotenza, che cosa accadrebbe? Provocheremmo delle reazioni impreviste, probabilmente poco piacevoli. Creare un'azione di disturbo irriterebbe il soggetto, lo farebbe probabilmente infuriare, e questa reazione andrebbe a disegnare un'immagine sul nostro supporto che potrà richiedere una specifica interpretazione. Mi viene da pensare ai grandissimi Weegee e Martin Parr. La loro fotografia così invasiva, ingombrante e opportunistica ha dato alla luce opere che sono dei veri pugni allo

POTENZIALITÀ VISIVA = POTENZIALITÀ DIVINA p.5

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Un'esplorazione del piacere visivo che va oltre l'estetica classica e l'alta definizione. Saper vedere è una qualità divina innata. Scoprire la bellezza in ogni luogo rimuovendo dai nostri occhi le bende della conoscenza indotta. Guardarsi attorno in modo nuovo, unico, è anche un gesto di devozione nei confronti della Creazione. Il cromatismo binario è l'unico linguaggio a cui mi appello. Ho bisogno di linee e forme ben definite per trovare quello che cerco, così il bianco e nero mi viene incontro. Dove il normale non è affatto scontato, allora avviene il miracolo della scoperta: la presenza della mia fotocamera è un'anomalia della casualità... forse. Spezzetto il mondo e recito preghiere. Questo è il mio incedere nell'universo della fotografia lungo il confine sottile tra il pensare e il lasciare accadere. 5a. Barca intrappolata nel ghiaccio – Utrecht 2019 Ispirato dal freddo che blocca ed impedisce, provo a descrivere la mia sensazione di confinament

LA FORZA DEL DETTAGLIO

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Dettaglio di fontana - Ronciglione (2019) Nei dettagli in cui m'imbatto a volte guardandomi attorno con un teleobiettivo a focale fissa, ho spesso la fortuna di udire il sussurro della divinità che tutto permea. È così che il gioco delle forme e dei contrasti si colora di nuove mistiche interpretazioni. Tutto è opera della mente, è ovvio, ma lasciare che il manifestato metta in mostra il suo teatrino quotidiano, con tramonti, riflessi e arcobaleni, è già una valida ragione per aprire gli occhi la mattina e gettarsi a braccia aperte incontro alla vita.  Ecco di cosa si occupa la mia fotografia: trasformando la pratica in rituale liturgico, lascio tracce del mio osservare. Del significato di ogni singola immagine non m'importa granché. Forse il rituale ha un senso, ma solo se spontaneo e pieno di devozione.  La fontana principale del giardino di Villa Lina, a Ronciglione, è un'opera scultorea ricca di simbolismi. Le fotografie non le fanno mai grazia, forse per via

SENTIRE UNA FOTO

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Sensazione di verde - Comacchio (2019) Nella famosa foto "The Steerage" di Alfred Stieglitz, quella scattata nel 1907 sulla nave da crociera SS Kaiser Wilhelm II, si rileva, leggendo le parole dello stesso autore, una situazione di "momento ricevuto" o "momento in attesa", così diversa dalla retorica bressoniana del "momento decisivo". Stieglitz ha questa visione mentre sosta sul ponte della nave che lo sta riportando in Europa, così corre a prendere la fotocamera che si trova nella sua cabina, col timore che nel frattempo gli elementi chiave di quell'immagine (l'uomo col cappello di paglia e la donna col bambino) possano spostarsi e rovinare l'equilibrio della scena. Invece, al suo ritorno, tutto è esattamente come lo ha lasciato, quasi che la fotografia fosse rimasta ad aspettarlo. In questa vicenda ci vedo molto della fotografia mindful. Vi è un altro episodio della vita di Stieglitz che, a mio parere, nasconde una compone

ESTATE PER SEMPRE

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Ancora Estate - Pescara (2019) L'estate è il periodo in cui si fotografa di più. L'abbondanza di occasioni e di luce ci ispira a raccontare storie con la nostra fotocamera, in un rituale che ricorda un po' quello degli animali che vanno in letargo. Queste immagini ci terranno compagnia nelle grigie giornate invernali che ci aspettano, ricordandoci il calore del sole, il sapore del mare e la sensazione della sabbia sotto i piedi. La fotografia cristallizza una scena che diventa ricordo, e il ricordo suscita sensazioni che sono solo immaginiate, ma che al pari di quelle vere, scatenano emozioni. Riguardando questa immagine, rievoco tutta la magia di quel pacato girovagare alla ricerca di storie da rinchiudere in un frammento di eternità, quel lento incedere tra le vite degli uomini per raccogliere le tracce del loro passaggio. Nell'approssimarmi a questo uomo appoggiato alla sua bicicletta, ad esempio, ho avuto la netta sensazione di partecipare ad una danza in cui tu

SAPIENS p.5

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Come i nostri progenitori che lasciavano impronte sulle pareti delle caverne, i sapiens moderni continuano a lasciare tracce del loro cammino in mondi più o meno virtuali. Un fotografo li aiuta a rimanere aggrappati nella storia immaginata della realtà, grazie a quadri che ricordano, in qualche modo, delle effigi rupestri contestualizzate in paesaggi moderni. I soggetti, proprio per la loro voglia di lasciare un segno, si stagliano sempre ben definiti anche nel caos che li circonda. Dove mancano questi protagonisti, non possiamo ignorare il loro intervento sul territorio, quell'irrefrenabile desiderio di testimoniare la loro esistenza. Siamo quello che siamo per colpa o per merito della nostra smania di raccontare storie, e in un mondo in cui queste storie sono diventate le fondamenta su cui costruiamo le nostre vite, terribili, meravigliose e immaginifiche, che male potrebbe fare una storia in più o in meno? 5a. Cortile di casa – Utrecht 2019  Nello sporgermi verso l&

ATEMPORALITÀ

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Nascosti ma alla luce del sole - Colonia (2019) L'atemporalità è ciò che raggiungiamo una volta che si rifiuta il concetto di linearità del tempo. Il "Divenire" è pensato mentre l'"Essere" è la sola cosa alla quale possiamo aggrapparci. Nell'Essere troviamo la potenzialità di tutte le possibili trasformazioni, passate e future. Si può amare solamente ciò che è, nella forma presente, in tutte le sue passate o future rappresentazioni. La memoria ci viene in aiuto per capire la realtà oltre il Divenire. Ma la memoria sa anche essere molto inaffidabile, perché soggetta al condizionamento delle emozioni. Infatti ci piace ricordare solo quello che si vuole ricordare e lo si ricorda sempre nel modo che preferiamo.  Se riuscissimo a leggere le fotografie con la consapevolezza dell'atemporalità, forse queste potrebbero aiutarci a capire meglio l'inganno del Divenire. Al cospetto di ciò che è stato abbiamo due possibilità: creare una narrazion

LIMITATO E CONCETTUALE

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Dal Treno - Estate 2019 Limitare le proprie intenzioni: scattare dal finestrino della carrozza ogni volta che il treno si ferma. È il Caso che produce questo tipo di fotografia oppure il Divino? Ma se il Caso, per sua natura, non può avere intenti, come possiamo auspicare un risultato? E se il Divino è solo concettuale, che cosa ci rimane? Semplice, il gioco della rappresentazione e del miscuglio dei guna.  Limitato e concettuale. Chi produce questo tipo di fotografia è strumento al pari della fotocamera. Testimoniare il risultato con la consapevolezza dell'intento che l'ha sprigionata è sicuramente più interessante. Solo il "concettuale" può infondere significato a queste immagini. E allora, che il gioco abbi inizio!  

PIACERI SOFISTICATI

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Striscia di terra - Comacchio (2019) Ogni fase del processo fotografico riserba un piacere diverso e sempre rinnovato. Quando sono fuori a fare fotografia di strada, paesaggistica o che altro, mi dedico totalmente alla registrazione del manifestato, gettandomi con mente e cuore nella missione, senza alcun pregiudizio. Il piacere sta proprio lì, nell'osservare il mondo senza regole, senza freni, nel rispetto massimo per ogni cosa viva e meravigliosa. Nella successiva fase di elaborazione, lascio tutto molto all'istinto. Anche in questo caso cerco di non farmi condizionare da stati di tensione o chissà quali aspettative. La scelta cromatica è un qualcosa che avviene quasi in automatico e solo molto raramente torno sulle mie decisioni iniziali.  Infine c'è la fase di selezione e di presentazione, che può accadere attraverso un semplice post come questo. Il piacere sta nel tornare per la terza volta a leggere un'immagine, ritrovare la sensazione che mi ha spint

POTENZIALITÀ VISIVA = POTENZIALITÀ DIVINA p.4

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Un'esplorazione del piacere visivo che va oltre l'estetica classica e l'alta definizione. Saper vedere è una qualità divina innata. Scoprire la bellezza in ogni luogo rimuovendo dai nostri occhi le bende della conoscenza indotta. Guardarsi attorno in modo nuovo, unico, è anche un gesto di devozione nei confronti della Creazione. Il cromatismo binario è l'unico linguaggio a cui mi appello. Ho bisogno di linee e forme ben definite per trovare quello che cerco, così il bianco e nero mi viene incontro. Dove il normale non è affatto scontato, allora avviene il miracolo della scoperta: la presenza della mia fotocamera è un'anomalia della casualità... forse. Spezzetto il mondo e recito preghiere. Questo è il mio incedere nell'universo della fotografia lungo il confine sottile tra il pensare e il lasciare accadere. 4a. In volo – Abbazia di San Galgano 2019  Scrivere storie con la forza del pensiero. Materializziamo il nostro personale universo attraverso

DIVORATORI DI ESPERIENZE

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Panorama - Assisi (2019) Divoratori di esperienze, incapaci di gustare pienamente quello che l'universo ha da offrire, aguzziamo i nostri sensi per spingerci ogni volta un po' più lontano, ma rimaniamo sempre sulla superficie delle cose. Per il turista moderno accumulare è più importante di esplorare, e condividerle, queste esperienze, è più gratificante di viverle nella loro interezza. Quello che mi interessa è sapere osservare gli altri che osservano, capire le necessità di coloro che vagano in cerca di qualcosa, registrare i comportamenti di questa generazione che non riesce a prendere un respiro, a guardarsi veramente intorno, a toccare con semplicità il cuore delle cose.  Tutto è esperienza, ed ogni esperienza è magnificamente unica. 

SAPIENS p.4

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Come i nostri progenitori che lasciavano impronte sulle pareti delle caverne, i sapiens moderni continuano a lasciare tracce del loro cammino in mondi più o meno virtuali. Un fotografo li aiuta a rimanere aggrappati nella storia immaginata della realtà, grazie a quadri che ricordano, in qualche modo, delle effigi rupestri contestualizzate in paesaggi moderni. I soggetti, proprio per la loro voglia di lasciare un segno, si stagliano sempre ben definiti anche nel caos che li circonda. Dove mancano questi protagonisti, non possiamo ignorare il loro intervento sul territorio, quell'irrefrenabile desiderio di testimoniare la loro esistenza. Siamo quello che siamo per colpa o per merito della nostra smania di raccontare storie, e in un mondo in cui queste storie sono diventate le fondamenta su cui costruiamo le nostre vite, terribili, meravigliose e immaginifiche, che male potrebbe fare una storia in più o in meno? 4a. Preparazione dei pupazzi alla festa di St. Marteen – Utrech

DEMOCRATIZZAZIONE DEL FOTOGRAFATO

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Asciugare - Ronciglione (2019) Nella democratizzazione del fotografato si imita il processo meditativo che non discerne tra buoni e cattivi pensieri, ma semplicemente li osserva innalzarsi e scomparire. In questa pratica ci si concentra esclusivamente sul processo del pensare, senza badare alla sue qualità. In modo analogo, registrando immagini di soggetti più o meno interessanti, si testimonia il processo di acquisizione delle immagini, senza discrezione alcuna. Ecco allora che accettando in modo democratico tutto il fotografabile, non si è più vincolati al soggetto e al messaggio dell'immagine. Possiamo in tal modo abbandonarci completamente al nostro ruolo di "osservatori del mondo" e "registratori di istanti", quasi fossimo dei semplici strumenti della danza divina, non molto dissimili dalla fotocamera che utilizziamo.

MANICHINI: ALCUNE LETTURE

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Manichino #04731 - Perugia Fotografare i manichini per conoscerne il potere semantico, il significato metaforico. Noi e Loro. Quali sono le differenze? Di certo Loro si lasciano fotografare. Non sono schivi. Non reagiscono alla forza ipnotica dell'obbiettivo. Sono dei modelli eccezionali, impassibili, di una nobiltà quasi aliena. Sono Loro che ci assomigliano o siamo Noi che desideriamo assomigliare a Loro?  Sognando intelligenze artificiali e probabili cyborg, in un futuro ormai sempre meno fantascientifico e sempre più attuabile, ecco che Loro ci ricordano queste gloriose creature in-animate, ovvero senza anima. Creature perfette, modellate, programmate. Di nuovo, chi assomiglia a chi? E poi, ecco la mano che li veste, che li posiziona, che li mostra. Nella preparazione del manichino si intravede il senso della sua esistenza infusa dal creatore. È un replicante a tutti gli effetti, specchio dei nostri bisogni indotti, feticcio del Dio Narciso che la società contempor

UNA COMPETITIVITÀ SANA

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La competizione negli occhi di un bambino - Ascoli Piceno (2019) Ripensare il significato di competizione in termini non-dualistici.  Possiamo pensare ad un tipo di "competitività sana" che non punti a soverchiare e ad umiliare l'avversario per affermare la forza del vincitore, ma serva esclusivamente a migliorare tutti i concorrenti. In questa nuova visione della competizione non possiamo aspettarci alcun premio se non quello più nobile, ovvero la gioia di essersi migliorati, perché quando subentra il concetto di retribuzione, più o meno materiale, che è sempre accompagnata dall'accrescimento della propria reputazione, veniamo inevitabilmente distratti dal significato più profondo della nostra impresa, contribuendo oltretutto a fomentare un senso di frustrazione negli sconfitti. Questo tipo di competitività di qualità più infima è assolutamente crudele perché crea divisione tra vincitori e vinti.  Competere in maniera sana significa invece aiutarsi reci

INGANNATORI DEL MANIFESTATO

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Fine pausa - Firenze 2019 C'è ancora posto per la fotografia di strada? Non si sono già spese troppe immagini per documentare gli usi ed i costumi dell'animale Uomo? Se il fotografo cerca una storia per “colpire” emotivamente lo spettatore, deve obbligatoriamente giocare sul filo dell'ambiguità, dell'imbarazzo e della contraddizione, mettendo i suoi soggetti nella scomoda posizione di venire giudicati. L'istinto del predatore non abbandona mai il “cercatore di storie”, almeno fino a quando questo obbiettivo non viene lasciato andare. Solo così sarà possibile scoprire un modo nuovo di vedere e raccontare le storie che la strada ci vuole rivelare. L'approccio dell'osservatore compassionevole non ridicolizza i suoi soggetti, ma li accarezza con un gesto gentile, quasi paterno. Scorrono davanti ai miei occhi migliaia di facce sconosciute, immortalate dai grandi fotografi del passato per dare vita a una narrazione che è sempre, inevitabilmente, superfici

SBALZI DI PRESENZA

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Una scala di metallo - Ancona (2019) Normalmente l'energia vitale si esaurisce con la pratica dell'osservazione indiscriminata e consapevole. La stanchezza fisica e mentale consuma lo stato di presenza e così la potenzialità visiva viene a mancare. È più che normale, in una sessione di fotografia di strada, alternare momenti di grande potenzialità visiva a momenti di indifferenza. Quando l'energia vitale è forte, il manifestato, e con esso la potenzialità del fotografabile, affiora senza sforzo in tutta la sua sorprendente vivacità. Il riconoscere questi sbalzi di presenza diventa materiale importante su cui meditare.

SENZA TITOLO

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Senza titolo - Assisi (2019) Se io decido di non attribuire alcun titolo ad una foto, è per lasciare all'osservatore libertà di interpretazione o perché desidero accentuare il suo messaggio prettamente referenziale? Prendiamo ad esempio questa immagine. A me è sempre piaciuto dare un nome alle cose, perciò non faccio nessuna fatica a trovare i titoli per le mie foto, ma più osservo questa composizione, che mi aveva affascinato già al momento dello scatto, più il suo nome continua a sfuggirmi. Probabilmente possiamo avvicinarci al suo messaggio con diverse chiavi di lettura, senza alcun bisogno di aiutini.  Spunta dal muro questa sagoma vagamente umana, come l'impronta di un gigante, che contiene una fessura proprio in mezzo a quella rotondità che potrebbe rappresentare la sua testa, come una finestra sulla sua interiorità, uno stretto pertugio che però è completamente sbarrato. La foto è stata scattata ad Assisi, città famosa per il pellegrinaggio turistico-religios

LA MAGIA DEL VEDERE

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Angolo - Ascoli Piceno (2019) La via è illuminata, ma non hai idea di dove ti condurrà. Sai solo che quella è la tua strada e non puoi tornare indietro... La street-photography non è semplicemente una ricerca di immagini significative estratte dal corso naturale degli eventi, ma anche un'intima indagine sul proprio modo di vedere. La naturale propensione verso il manifestato e le sue infinite variabili è un atteggiamento sempre molto gratificante, ma è quando si ribaltano le strategie, con l'intuito di una mente libera da impostazioni e regole, che la magia del "vedere" si lascia accadere.  Quell'istante non deve per forza essere condiviso. Il fotografo può anche portarselo nella tomba, ma averlo riconosciuto è il raggiungimento più alto a cui possa aspirare. Ha affinato la sua esperienza. L'ha resa nobile. In quell'istante il fotografo ha percepito l'essenza del suo essere, che è  consapevolezza manifestata attraverso l'esperienza di au

AVIDA ESTATE

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Ultima estate - Pescara (2019) Nei primi di giorni di settembre la pelle brucia ancora per le carezze dell'estate, sole, acqua e vento caldo, la danza degli elementi, il cuore che galoppa nel petto e la luce che ci racconta mille storie tutte diverse, tutte avidamente divorate con gli occhi. Perché l'estate è anche questo, il momento migliore per ubriacarsi di immagini, per mostrare le nostre nudità, carni, gesta e pensieri, tutto quanto sotto il torrido occhio giallo che stordisce le menti e leviga le inibizioni. Ho osservato forse con troppa bramosia questa estate tutta italiana, viaggiando sul litorale adriatico con il minimo indispensabile, una system-camera a focale fissa, e pur rimanendo in quel piacevole e distaccato atteggiamento in cui ormai da molto tempo pratico la fotografia di strada, non posso negare di essere stato spesso coinvolto emotivamente dalla grande danza della manifestazione. Nuovamente ho scoperto il mondo con l'occhio del mio obbiettivo, e

LA REALTÀ È QUELLO CHE SIAMO

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Impressioni prime - Colonia 2019 Un aspetto della pratica fotografica che non mi stancherà mai è quello della rilettura, cioè tornare di volta in volta alle immagini del passato e provare a leggerle in modo diverso grazie alle nuove esperienze accumulate. Dato che non esiste una codifica definitiva al linguaggio fotografico, è facile dedurre che ogni esperienza-immagine è rinnovabile nel momento in cui la si sperimenta. Nell'era del post-fotografico, estrarre immagini dal mondo non è più così importante, saperle interpretare è invece cruciale. All'indomani di un lavoro, le foto vengono messe da parte per una consultazione futura diciamo "più oggettiva", ma una prima scrematura è doverosa. A caldo, reputo questa foto uno degli scatti più riusciti dell'ultima sessione di street. Questa preferenza è sicuramente condizionata dai miei ultimi studi su William Egglestone, del quale apprezzo moltissimo l'idea di democratizzazione del fotografato. Sarei curioso

POTENZIALITÀ VISIVA = POTENZIALITÀ DIVINA p.3

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3a. Torre e scalinata – Ronciglione 2019 Ci sono le linee, le pietre e i dislivelli, una serie di segni e possibilità di ripresa. La potenzialità visiva emerge dal tentativo di dare ordine a un caos apparente. Guardare in alto oppure in basso è un esercizio sempre gratificante. Bisogna tenere allenato il collo...  3b. Strada di paese – Ronciglione 2019 Un'immagine che diventa la radice di mille storie. Possiamo fantasticare di qualsiasi cosa osservando queste persiane sbarrate, questo bandone abbassato e questo lampione che troneggia sopra la strada. Potrei raccontare qualcosa che è accaduto sopra quelle pietre, inventarmelo di sana pianta, e forse qualcuno potrebbe crederci, anzi... nessuno in effetti avrebbe un buon motivo per non farlo. Ecco altri aspetti della potenzialità visiva: la potenzialità creativa e la potenzialità ingannatrice dell'immagine. D'altronde la storia della fotografia è piena di foto menzognere che hanno manipolato le per

UNA, CENTO, MILLE LETTURE

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Nella stessa direzione - Budapest 2018 Chi soffrendo, trascinandosi sui propri arti, chi in scioltezza, con andamento rampante, tutti gli uomini stanno andando nella medesima direzione. Questa semplice verità non andrebbe mai data per scontata. Bisognerebbe soppesare ogni azione, pensiero e parola con questa consapevolezza: siamo tutti in viaggio verso un'unica destinazione.  La foto vuole anche aggiungere qualcosina in più. Vogliamo provare a leggerla? Leggere una foto ha sempre molto a che fare con l'immaginazione. A volte è come cercare di decifrare una macchia di Rorschach. Nella foto accadono delle cose e noi proviamo a darli un senso. Non è una ricerca della verità, è solo un gioco d'interpretazione. Tutto accade per una ragione e anche per caso; basta cambiare prospettiva. Il vecchio è umile, forse povero, anzi, è probabilmente un barbone. Non sappiamo niente su di lui, ma il modo in cui si veste, la camminata pesante, lo sguardo vacuo e le borse nella mano

SAPIENS p.3

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Come i nostri progenitori che lasciavano impronte sulle pareti delle caverne, i sapiens moderni continuano a lasciare tracce del loro cammino in mondi più o meno virtuali. Un fotografo li aiuta a rimanere aggrappati nella storia immaginata della realtà, grazie a quadri che ricordano, in qualche modo, delle effigi rupestri contestualizzate in paesaggi moderni. I soggetti, proprio per la loro voglia di lasciare un segno, si stagliano sempre ben definiti anche nel caos che li circonda. Dove mancano questi protagonisti, non possiamo ignorare il loro intervento sul territorio, quell'irrefrenabile desiderio di testimoniare la loro esistenza. Siamo quello che siamo per colpa o per merito della nostra smania di raccontare storie, e in un mondo in cui queste storie sono diventate le fondamenta su cui costruiamo le nostre vite, terribili, meravigliose e immaginifiche, che male potrebbe fare una storia in più o in meno? 3a. Quattro mondi-persone a distanza ravvicinata – Amsterdam

INSEGNARE A GUARDARE

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La via  - Grachen 2019 Come una curva cieca, la vita ci sorprende. Attenzione e consapevolezza sono gli unici strumenti che abbiamo per affrontare il tornante. La paura è proiezione mentale, non attinente alla realtà. Da una curva pericolosa ci si aspetta sempre un veicolo lanciato pericolosamente verso di noi. La foto qui sopra vive di questa aspettativa. Io invece voglio perdermi nel cielo azzurro e la sua ipnotica sfumatura. Un'immagine su cui poggiare mille sensazioni diverse e che mi piace lasciare qui, da sola, in attesa delle letture di improbabili spettatori. Vorrei diventasse un'esercizio. Uno stimolo. Un gioco di interpretazioni. Il piacere di sapere osservare e il piacere di insegnare a guardare. Questo è ciò che cerco.   

BUCHI DELLA CITTÀ

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Pausa - Anversa 2019 Residui di mondi che scompaiono per fare posto a nuove opportunità. Questa è la testimonianza di un piccolo cambiamento urbanistico nella città di Anversa, anche se il cambiamento non è ancora avvenuto. Voglio soffermarmi sul vuoto che precede questo cambio di struttura. Che cosa c'era fino a ieri tra le mura di quei due palazzi? Quante persone ci hanno vissuto o sono passate di lì? Quante ce ne passeranno ancora, per motivi completamente diversi? Adesso quello spazio è sospeso, in attesa di essere riempito. Questo vuoto delimitato dal cemento sta parlando del tempo, di una pausa, di un momento di stasi tra le faccende degli umani. Oggi che tutto è mappato digitalmente ed aggiornato per esigenze di mercato, occuparsi degli aspetti del territorio è più che superfluo. I buchi invece non interessano a nessuno. Tutti aspettano la nuova attrazione, la rimozione delle transenne, il ritorno alla normalità. Nuove case, nuovi negozi, un nuovo via vai, che è ugual

POTENZIALITÀ VISIVA = POTENZIALITÀ DIVINA p.2

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2a. Statua e parco nella nebbia – Utrecht 2019 La foto è molto semplice ma funziona. L'uomo ha allestito la scena, l'uomo l'ha trasformata in immagine, l'uomo la osserva attraverso i filtri della mente. Ma il bambino è proteso un più in alto, sopra le spalle del padre, e può vedere più lontano, oltre gli inganni del mondo pensato, oltre la nebbia che li circonda entrambi. Quel bambino è ancora dentro di noi, ma non ci lasciamo mai guidare da lui. Crediamo di conoscere la strada, ma tutto è in continua evoluzione, tutto cambia, e allora proviamo a gettare lo sguardo più lontano. Siamo noi che guidiamo il bambino o viceversa? 2b. Alberi e parco nella nebbia – Utrecht 2019 La continuazione di una strada ipotetica che l'uomo-bambino percorre.

RISCHIARE NUOVE GEOMETRIE

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A misura d'uomo - Amsterdam 2018 Soffermarsi su un'immagine significa intuire la possibilità di una lettura più profonda. Oggi siamo abituati a "leggere" centinaia o anche migliaia di immagini al giorno (film e video non sono altro che sequenze fotografiche), e ognuno di noi ha il suo personale dizionario per interpretare queste esperienze visive. Chi ha una certa cultura fotografica, magari grazie alla lettura di saggi o altri documenti didattici, avrà senza dubbio un dizionario molto diverso da un utente social, ad esempio.  Quando leggo questa foto, non posso fare a meno di apprezzarne le geometrie. In una finestra di 2x3 può succedere di tutto, l'importante è che ci sia armonia tra le linee, le forme, i colori e i contrasti. Meno distrazioni ci sono, più facile e più gradevole risulta la lettura di una foto. Si tratta, più o meno, della regola applicata alla musica popolare: una canzona in quattro quarti, suonata su quei tre o quattro accordi appetibili,

SAPIENS p.2

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Come i nostri progenitori che lasciavano impronte sulle pareti delle caverne, i sapiens moderni continuano a lasciare tracce del loro cammino in mondi più o meno virtuali. Un fotografo li aiuta a rimanere aggrappati nella storia immaginata della realtà, grazie a quadri che ricordano, in qualche modo, delle effigi rupestri contestualizzate in paesaggi moderni. I soggetti, proprio per la loro voglia di lasciare un segno, si stagliano sempre ben definiti anche nel caos che li circonda. Dove mancano questi protagonisti, non possiamo ignorare il loro intervento sul territorio, quell'irrefrenabile desiderio di testimoniare la loro esistenza. Siamo quello che siamo per colpa o per merito della nostra smania di raccontare storie, e in un mondo in cui queste storie sono diventate le fondamenta su cui costruiamo le nostre vite, terribili, meravigliose e immaginifiche, che male potrebbe fare una storia in più o in meno? 2a. Madre e figlia fanno acquisti in città – Utrecht 2019

SAPIENS p.1

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Come i nostri progenitori che lasciavano impronte sulle pareti delle caverne, i sapiens moderni continuano a lasciare tracce del loro cammino in mondi più o meno virtuali. Un fotografo li aiuta a rimanere aggrappati nella storia immaginata della realtà, grazie a quadri che ricordano, in qualche modo, delle effigi rupestri contestualizzate in paesaggi moderni. I soggetti, proprio per la loro voglia di lasciare un segno, si stagliano sempre ben definiti anche nel caos che li circonda. Dove mancano questi protagonisti, non possiamo ignorare il loro intervento sul territorio, quell'irrefrenabile desiderio di testimoniare la loro esistenza. Siamo quello che siamo per colpa o per merito della nostra smania di raccontare storie, e in un mondo in cui queste storie sono diventate le fondamenta su cui costruiamo le nostre vite, terribili, meravigliose e immaginifiche, che male potrebbe fare una storia in più o in meno? 1a. Ragazzo sui gradini di una casa sulla spiaggia – Follonica 2

LE VOLTE E GLI OMBRELLI

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Ferrara - Walter guarda gli ombrelli appesi (2016) Saper viaggiare non è cosa scontata, soprattutto in compagnia. Ci sono delle regole non scritte, delle intuizioni da condividere, dei ruoli da rispettare. Con Walter l’intesa è sempre perfetta, perché entrambi mettiamo come priorità l’esperienza del vedere, il testimoniare distaccato per poter meglio discernere i contorni di quella stessa esperienza, e dare libera espressione al tumulto emotivo. Così l’incedere attraverso viuzze e cantonate, passerelle ed arcate, giardini e botteghe, è un duetto di blues in cui i tempi giusti esaltano la composizione. C’è un tempo preciso per ogni singolo passo che ne segue un altro. A Ferrara il battito è quello nevrotico del turismo fatto di fretta, dei panini incellofanati e gazzose zuccherate, di famiglie arrancanti sotto il sole cocente. Tutto il bene possibile per loro, ci mancherebbe… Ci aggreghiamo volentieri, ma il nostro ritmo è diverso: abbiamo un disperato bisogno di vedere. Un ve