SCENOGRAFIE INCONSCIE

Nijmegen - Al Museo (2013)

L'archivio è un luogo silenzioso, in cui immergersi beatamente. Laggiù le immagini acquistano potere, come strani artefatti. È un luogo pieno di sorprese, di ricordi e di occasioni. Mi scopro a girovagarvici rapito, un viaggio nel viaggio in cui tutto ha già un significato, e l'unica cosa da fare è ritrovarlo.
L'occhio non guarda mai a caso, ma il caso opera sempre attraverso l'occhio. Tutto rimane registrato in un'immagine, e spesso è necessario del tempo per farne affiorare il senso e finalmente rivelare tutti gli elementi che, per volere cosmico, hanno converso in quel singolo momento.
C'è il processo del guardare e del cercare, mentre tutto accade attorno a te ma niente pare attirare la tua attenzione, perché gli elementi ti sfuggono, o forse semplicemente perché il caso non è ancora intervenuto. Poi l'immagine arriva, la vedi, sei pronto e scatti, una serie di gesti simultanei curiosamente semplice, un processo consapevole, ricercato, apparentemente voluto. In mezzo a questi "picchi di percezione" si registrano scene all'inizio secondarie, prove di un percorso verso l'immagine cercata, che inevitabilmente vengono tralasciate. Eppure le componenti dell'immagine ci sono già tutte. Solo il tempo, forse, riuscirà a riportarle alla luce.

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