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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

PASSIONE

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Berlino 2014 Fotografare con passione non significa essere emotivamente coinvolti nella pratica del vedere e del registrare. Ci viene detto che la passione è una spinta, una reazione che proviene da dentro di noi, ma io mi guardo bene dal permettere agli schemi mentali del mio subconscio di esprimere le mie passioni.  La mia è una passione che è desiderio di verità. Una passione che è testimonianza attenta del vero.  Una passione naturale e disinteressata Si fotografa con passione quando non si hanno secondi fini.

PARTICOLARE

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Firenze 2016 Se la fotografia spesso limita il vedere perché seleziona, spezzetta e amputa le scene, è anche vero che nel frattempo focalizza l'attenzione su soggetti specifici e perciò, nel suo dividere e spezzettare, diventa uno strumento chirurgico di osservazione e testimonianza. Nella perfezione del particolare risiede la potenzialità della perfezione totale. Le piccole cose, i piccoli gesti, mettono in moto grandi eventi di cambiamento. Accorgersene e valorizzare queste estrazioni della totalità è un esercizio che ci aiuta a capire l'importanza di ogni aspetto della vita, soprattutto quelli apparentemente insignificanti. Dal particolare possiamo poi risalire all'universale, mettendo tutto nella giusta prospettiva. Ogni cosa ha un suo posto, ed è qui e adesso.

CURIOSO

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Amsterdam 2017 Io sono curioso. Il mio curiosare è naturale perché lo ritrovo in ogni creatura: il gatto che s'intrufola dentro un vecchio scatolone, il corvo che atterra di soppiatto per beccare qualche briciola, il fiore che si arrampica sulla parete di roccia per cercare un raggio di sole. Curiosare significa ascoltare il richiamo della vita. Ecco allora che grazie alla fotografia metto in atto il mio curiosare. Lo faccio in modo armonico, nel più alto rispetto per ciò che fotografo, consapevole di rendere omaggio a ciò che si manifesta davanti ai miei occhi. Curiosare con una fotocamera però è decisamente diverso dal curiosare per il semplice interesse delle cose. I fotografi non sono attratti esclusivamente dai soggetti che fotografano, perché non osservano il mondo per come è ma per come potrebbe apparire in un'immagine bidimensionale, in un contesto di rappresentazione virtuale. Quindi l'immagine fotografica è una codificazione appiattita della realtà che so

RICORDO

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Utrecht 2017 Fino al giorno in cui ho iniziato a prelevare immagini dal mondo, la mia percezione del passato, e quindi della vita, è stata probabilmente molto diversa. Se infatti la persona non è altro che un cumulo più o meno ordinato di ricordi, quelli non supportati dalle immagini saranno significativamente diversi da quelli fermati dall’apparecchio fotografico. Fino al 1992, anno in cui ho preso in prestito la telecamera di mio padre per girare alcuni video tra amici, ho memorie immaginifiche delle mie relazioni, e si sa che la vita è essenzialmente relazione. Quei volti che non ho mai ritratto non sono svaniti, ma nella mia mente hanno assunto un aspetto decisamente diverso dalla realtà,  diventando meno esatti da un punto di vista fisiognomico ma più intimi, più sfaccettati.  Di loro non è rimasta solo la mia esperienza visiva diluita negli anni, ma anche una sensazione specifica che è come una sorta di impressione composita, fatta dei molteplici aspetti della persona: la vo