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Visualizzazione dei post da luglio, 2019

LA REALTÀ È QUELLO CHE SIAMO

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Impressioni prime - Colonia 2019 Un aspetto della pratica fotografica che non mi stancherà mai è quello della rilettura, cioè tornare di volta in volta alle immagini del passato e provare a leggerle in modo diverso grazie alle nuove esperienze accumulate. Dato che non esiste una codifica definitiva al linguaggio fotografico, è facile dedurre che ogni esperienza-immagine è rinnovabile nel momento in cui la si sperimenta. Nell'era del post-fotografico, estrarre immagini dal mondo non è più così importante, saperle interpretare è invece cruciale. All'indomani di un lavoro, le foto vengono messe da parte per una consultazione futura diciamo "più oggettiva", ma una prima scrematura è doverosa. A caldo, reputo questa foto uno degli scatti più riusciti dell'ultima sessione di street. Questa preferenza è sicuramente condizionata dai miei ultimi studi su William Egglestone, del quale apprezzo moltissimo l'idea di democratizzazione del fotografato. Sarei curioso

POTENZIALITÀ VISIVA = POTENZIALITÀ DIVINA p.3

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3a. Torre e scalinata – Ronciglione 2019 Ci sono le linee, le pietre e i dislivelli, una serie di segni e possibilità di ripresa. La potenzialità visiva emerge dal tentativo di dare ordine a un caos apparente. Guardare in alto oppure in basso è un esercizio sempre gratificante. Bisogna tenere allenato il collo...  3b. Strada di paese – Ronciglione 2019 Un'immagine che diventa la radice di mille storie. Possiamo fantasticare di qualsiasi cosa osservando queste persiane sbarrate, questo bandone abbassato e questo lampione che troneggia sopra la strada. Potrei raccontare qualcosa che è accaduto sopra quelle pietre, inventarmelo di sana pianta, e forse qualcuno potrebbe crederci, anzi... nessuno in effetti avrebbe un buon motivo per non farlo. Ecco altri aspetti della potenzialità visiva: la potenzialità creativa e la potenzialità ingannatrice dell'immagine. D'altronde la storia della fotografia è piena di foto menzognere che hanno manipolato le per

UNA, CENTO, MILLE LETTURE

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Nella stessa direzione - Budapest 2018 Chi soffrendo, trascinandosi sui propri arti, chi in scioltezza, con andamento rampante, tutti gli uomini stanno andando nella medesima direzione. Questa semplice verità non andrebbe mai data per scontata. Bisognerebbe soppesare ogni azione, pensiero e parola con questa consapevolezza: siamo tutti in viaggio verso un'unica destinazione.  La foto vuole anche aggiungere qualcosina in più. Vogliamo provare a leggerla? Leggere una foto ha sempre molto a che fare con l'immaginazione. A volte è come cercare di decifrare una macchia di Rorschach. Nella foto accadono delle cose e noi proviamo a darli un senso. Non è una ricerca della verità, è solo un gioco d'interpretazione. Tutto accade per una ragione e anche per caso; basta cambiare prospettiva. Il vecchio è umile, forse povero, anzi, è probabilmente un barbone. Non sappiamo niente su di lui, ma il modo in cui si veste, la camminata pesante, lo sguardo vacuo e le borse nella mano

SAPIENS p.3

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Come i nostri progenitori che lasciavano impronte sulle pareti delle caverne, i sapiens moderni continuano a lasciare tracce del loro cammino in mondi più o meno virtuali. Un fotografo li aiuta a rimanere aggrappati nella storia immaginata della realtà, grazie a quadri che ricordano, in qualche modo, delle effigi rupestri contestualizzate in paesaggi moderni. I soggetti, proprio per la loro voglia di lasciare un segno, si stagliano sempre ben definiti anche nel caos che li circonda. Dove mancano questi protagonisti, non possiamo ignorare il loro intervento sul territorio, quell'irrefrenabile desiderio di testimoniare la loro esistenza. Siamo quello che siamo per colpa o per merito della nostra smania di raccontare storie, e in un mondo in cui queste storie sono diventate le fondamenta su cui costruiamo le nostre vite, terribili, meravigliose e immaginifiche, che male potrebbe fare una storia in più o in meno? 3a. Quattro mondi-persone a distanza ravvicinata – Amsterdam

INSEGNARE A GUARDARE

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La via  - Grachen 2019 Come una curva cieca, la vita ci sorprende. Attenzione e consapevolezza sono gli unici strumenti che abbiamo per affrontare il tornante. La paura è proiezione mentale, non attinente alla realtà. Da una curva pericolosa ci si aspetta sempre un veicolo lanciato pericolosamente verso di noi. La foto qui sopra vive di questa aspettativa. Io invece voglio perdermi nel cielo azzurro e la sua ipnotica sfumatura. Un'immagine su cui poggiare mille sensazioni diverse e che mi piace lasciare qui, da sola, in attesa delle letture di improbabili spettatori. Vorrei diventasse un'esercizio. Uno stimolo. Un gioco di interpretazioni. Il piacere di sapere osservare e il piacere di insegnare a guardare. Questo è ciò che cerco.   

BUCHI DELLA CITTÀ

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Pausa - Anversa 2019 Residui di mondi che scompaiono per fare posto a nuove opportunità. Questa è la testimonianza di un piccolo cambiamento urbanistico nella città di Anversa, anche se il cambiamento non è ancora avvenuto. Voglio soffermarmi sul vuoto che precede questo cambio di struttura. Che cosa c'era fino a ieri tra le mura di quei due palazzi? Quante persone ci hanno vissuto o sono passate di lì? Quante ce ne passeranno ancora, per motivi completamente diversi? Adesso quello spazio è sospeso, in attesa di essere riempito. Questo vuoto delimitato dal cemento sta parlando del tempo, di una pausa, di un momento di stasi tra le faccende degli umani. Oggi che tutto è mappato digitalmente ed aggiornato per esigenze di mercato, occuparsi degli aspetti del territorio è più che superfluo. I buchi invece non interessano a nessuno. Tutti aspettano la nuova attrazione, la rimozione delle transenne, il ritorno alla normalità. Nuove case, nuovi negozi, un nuovo via vai, che è ugual

POTENZIALITÀ VISIVA = POTENZIALITÀ DIVINA p.2

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2a. Statua e parco nella nebbia – Utrecht 2019 La foto è molto semplice ma funziona. L'uomo ha allestito la scena, l'uomo l'ha trasformata in immagine, l'uomo la osserva attraverso i filtri della mente. Ma il bambino è proteso un più in alto, sopra le spalle del padre, e può vedere più lontano, oltre gli inganni del mondo pensato, oltre la nebbia che li circonda entrambi. Quel bambino è ancora dentro di noi, ma non ci lasciamo mai guidare da lui. Crediamo di conoscere la strada, ma tutto è in continua evoluzione, tutto cambia, e allora proviamo a gettare lo sguardo più lontano. Siamo noi che guidiamo il bambino o viceversa? 2b. Alberi e parco nella nebbia – Utrecht 2019 La continuazione di una strada ipotetica che l'uomo-bambino percorre.

RISCHIARE NUOVE GEOMETRIE

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A misura d'uomo - Amsterdam 2018 Soffermarsi su un'immagine significa intuire la possibilità di una lettura più profonda. Oggi siamo abituati a "leggere" centinaia o anche migliaia di immagini al giorno (film e video non sono altro che sequenze fotografiche), e ognuno di noi ha il suo personale dizionario per interpretare queste esperienze visive. Chi ha una certa cultura fotografica, magari grazie alla lettura di saggi o altri documenti didattici, avrà senza dubbio un dizionario molto diverso da un utente social, ad esempio.  Quando leggo questa foto, non posso fare a meno di apprezzarne le geometrie. In una finestra di 2x3 può succedere di tutto, l'importante è che ci sia armonia tra le linee, le forme, i colori e i contrasti. Meno distrazioni ci sono, più facile e più gradevole risulta la lettura di una foto. Si tratta, più o meno, della regola applicata alla musica popolare: una canzona in quattro quarti, suonata su quei tre o quattro accordi appetibili,

SAPIENS p.2

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Come i nostri progenitori che lasciavano impronte sulle pareti delle caverne, i sapiens moderni continuano a lasciare tracce del loro cammino in mondi più o meno virtuali. Un fotografo li aiuta a rimanere aggrappati nella storia immaginata della realtà, grazie a quadri che ricordano, in qualche modo, delle effigi rupestri contestualizzate in paesaggi moderni. I soggetti, proprio per la loro voglia di lasciare un segno, si stagliano sempre ben definiti anche nel caos che li circonda. Dove mancano questi protagonisti, non possiamo ignorare il loro intervento sul territorio, quell'irrefrenabile desiderio di testimoniare la loro esistenza. Siamo quello che siamo per colpa o per merito della nostra smania di raccontare storie, e in un mondo in cui queste storie sono diventate le fondamenta su cui costruiamo le nostre vite, terribili, meravigliose e immaginifiche, che male potrebbe fare una storia in più o in meno? 2a. Madre e figlia fanno acquisti in città – Utrecht 2019

SAPIENS p.1

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Come i nostri progenitori che lasciavano impronte sulle pareti delle caverne, i sapiens moderni continuano a lasciare tracce del loro cammino in mondi più o meno virtuali. Un fotografo li aiuta a rimanere aggrappati nella storia immaginata della realtà, grazie a quadri che ricordano, in qualche modo, delle effigi rupestri contestualizzate in paesaggi moderni. I soggetti, proprio per la loro voglia di lasciare un segno, si stagliano sempre ben definiti anche nel caos che li circonda. Dove mancano questi protagonisti, non possiamo ignorare il loro intervento sul territorio, quell'irrefrenabile desiderio di testimoniare la loro esistenza. Siamo quello che siamo per colpa o per merito della nostra smania di raccontare storie, e in un mondo in cui queste storie sono diventate le fondamenta su cui costruiamo le nostre vite, terribili, meravigliose e immaginifiche, che male potrebbe fare una storia in più o in meno? 1a. Ragazzo sui gradini di una casa sulla spiaggia – Follonica 2

LE VOLTE E GLI OMBRELLI

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Ferrara - Walter guarda gli ombrelli appesi (2016) Saper viaggiare non è cosa scontata, soprattutto in compagnia. Ci sono delle regole non scritte, delle intuizioni da condividere, dei ruoli da rispettare. Con Walter l’intesa è sempre perfetta, perché entrambi mettiamo come priorità l’esperienza del vedere, il testimoniare distaccato per poter meglio discernere i contorni di quella stessa esperienza, e dare libera espressione al tumulto emotivo. Così l’incedere attraverso viuzze e cantonate, passerelle ed arcate, giardini e botteghe, è un duetto di blues in cui i tempi giusti esaltano la composizione. C’è un tempo preciso per ogni singolo passo che ne segue un altro. A Ferrara il battito è quello nevrotico del turismo fatto di fretta, dei panini incellofanati e gazzose zuccherate, di famiglie arrancanti sotto il sole cocente. Tutto il bene possibile per loro, ci mancherebbe… Ci aggreghiamo volentieri, ma il nostro ritmo è diverso: abbiamo un disperato bisogno di vedere. Un ve

ANCORA SEDIE

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Anversa - Sedia di marmo nero sul ciglio della strada (2019)  Anversa - Sedia spezzata (2019) Riecco le sedie vuote, per le quali ho sempre un occhio di riguardo. Ad Anversa ne incontro due molto diverse; la prima è parte integrante della sede stradale, un appoggio che spunta dal marciapiede come uno strano organismo di un mondo geometrico, l'altra invece è una sedia rotta, posizionata proprio davanti a una porta all'interno di un cantiere chiuso (che nella foto non si vede perché irrilevante). La prima ci racconta le imposizioni di una società organizzata come quella del nord Europa, dove ci viene consigliato, indicato, praticamente imposto, dove e come dobbiamo sederci. La seconda sembrerebbe la vittima di un gesto vandalico, ma a me piace pensarla come il messaggio ribelle di chi non vuole ascoltare le imposizioni sociali. Le due foto sono state acquisite a distanza di un paio d'ore appena. Sembrava proprio che volessero incontrarsi... 

POTENZIALITÀ VISIVA = POTENZIALITÀ DIVINA 1b

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Tronco spezzato – Driebergen 2019 Un'esplorazione del piacere visivo che va oltre l'estetica classica e l'alta definizione. Saper vedere è una qualità divina innata. Scoprire la bellezza in ogni luogo rimuovendo dai nostri occhi le bende della conoscenza indotta. Guardarsi attorno in modo nuovo, unico, è anche un gesto di devozione nei confronti della Creazione.  Il cromatismo binario è l'unico linguaggio a cui mi appello. Ho bisogno di linee e forme ben definite per trovare quello che cerco, così il bianco e nero mi viene incontro. Dove il normale non è affatto scontato, allora avviene il miracolo della scoperta: la presenza della mia fotocamera è un'anomalia della casualità... forse. Spezzetto il mondo e recito preghiere. Questo è il mio incedere nell'universo della fotografia lungo il confine sottile tra il pensare e il lasciare accadere.  1b. Tronco spezzato – Driebergen 2019 Mi avvicino a queste masse contorte con la curiosità di un ba