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Visualizzazione dei post da settembre, 2015

UNA FINESTRA SULLA VITA

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Strada di Lisbona (2015) "Mi ricordo bene lo stare alla finestra e guardare solo lo scorrere della vita", diceva Dorothea Lange, e la frase rimanda ai metodi dell'auto-osservazione e della meditazione così essenziali in un percorso spirituale. Guardare noi stessi dall'esterno, osservare i pensieri e la frenetica attività della nostra mente, inquadrare, selezionare, archiviare proprio come delle immagini questi eventi mentali, è la via per il silenzio. E nel silenzio nasce la consapevolezza.  Da una finestra nel suo senso più ampio (un cavalcavia, un terreno elevato, una posizione privilegiata...) il fotografo osserva lo scorrere della vita e ritagliandola prova a darle un senso. Parallelamente, il cammino spirituale passa per l'osservazione interiore, e la similitudine dei due rituali non è assolutamente casuale. L'attività spirituale è fondata sul guardare, una modalità apparentemente statica ma che in realtà produce grandi cambiamenti. Oltre l'

A PASSO DI DANZA

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L'Aia - In attesa (2015) Le immagini devono riposare prima di diventare fotografie. Il significato latente affiora lentamente come il disegno dell'acqua che scivola sulla pietra. Eppure a volte si riconosce la forza di un'immagine appena la si vede. Ho scattato questa foto pochi giorni fa e sono sicuro che vi sia qualcosa dentro. Ancora non so cosa sia, ma la sensazione rimane. Forse è per il modo in cui la donna si tocca il lato della bocca, come se stesse aspettando qualcuno, oppure pensando di mandare un messaggio. Di sicuro traspare nervosismo, mentre dietro di lei due ragazze sorseggiano caffè nel più totale relax. Ci sono gli elementi di una storia, e questo fa si che la foto possa dire qualcosa. La domanda che mi pongo però è se sia stata consapevolmente voluta. Di sicuro ho visto la donna, che ho trovato interessante fin dal primo sguardo, Ho scattato altre di foto di lei, ma questa è quella più riuscita. No, non ho visto tutti gli elementi della storia e sca

PROTAGONISTI DI STRADA

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Praga - Uomo sul marciapiede (2014) Etica, pudore, rispetto... concetti che cambiano col tempo e l'avvicendarsi delle mode, delle società e dei rituali umani. C'è stato un periodo in cui evitavo di fotografare i mendicanti per non mancare loro di rispetto. Era una scelta coerente con lo schema mentale che l'aveva suscitata. Poi la regola si è piegata ad altre necessità, quelle di sentire il momento e di danzare la mia danza. Nella fotografia di strada i mendicanti sono ormai diventati soggetti inflazionati, e forse la vera ragione dietro la mia scelta di non fotografarli era la paura di cadere nel banale. Ecco che la realtà nuovamente scivola via dalle dita, e l'occhio fotografico rimane condizionato dai rumori di fondo, dalle correnti e dalle tendenze. Le strade sono sempre appartenute principalmente ai mendicanti, ai senzatetto, agli zingari e alle prostitute. Il mio sguardo si sofferma inevitabilmente su di loro, perciò l'incoerenza sta solo nel far finta di

FORME, COLORI, EMOZIONI...

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Ragazza al Mercato di Amsterdam (2015) La curiosità delle forme, il richiamo dei colori, la lettura delle emozioni... Un'immagine può trasmettere molte cose, ma è importante che esista un'armonia che le unisca. L'armonia è il risultato di secoli di convenzione, pura concettualizzazione, niente di reale insomma, eppure può suscitare il divino. La bellezza, la simmetria, il piano aureo, tutte convenzioni della mente che è espressione di Dio, manifestazione e strumento di conoscenza. Creare (o scoprire) l'armonia è un dono spirituale che facciamo fondamentalmente a noi stessi. Questa è una foto rubata al pensiero sognante di una fanciulla. Sta scrivendo qualcosa, una poesia forse, ed è assorta nella ricerca della parola, indossando un'espressione rapita dal desiderio di testimoniare le sue emozioni. Dov'è la linea che separa il gioco dell'ego dall'istinto naturale di manifestare l'amore per la Creazione? La naturale bellezza della ragazza mi ricor

IL GUARDARE INNOCENTE

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L'oceano negli occhi di un bambino (2010) Se avessi gli occhi un bimbo non mi limiterei a vedere ma riuscirei anche a guardare, e nel guardare le immagini verrebbero a me in tutta la loro meravigliosa semplicità. Spesso metto in mano ai miei figli una macchina fotografica e loro riescono sempre a stupirmi. Non rompono le regole dell'inquadratura, perché questo comporterebbe il conoscerle, e non si soffermano a pensare, ma sono totalmente guidati dalla curiosità per il soggetto e dall'entusiasmo della scoperta. La consapevolezza del loro testimoniare è latente, e proprio per questo più spontanea e sincera, un filo diretto tra l'immagine e il CCD che bypassa il ragionamento e le emozioni negative, la paura, la tensione, e gli affari dell'ego. Tornare a guardare come fanno i bambini, meravigliandosi di tutto, è la grande sfida del mio fotografare, ricordandomi ovviamente che la cosa più importante, proprio come per loro, è prenderla sempre come un gioco.