INIZIO

Dal treno, verso Budapest (2014) 

Diciamo che è un ritorno al viaggio della creatività, anche se le definizioni mi interessano poco. C'è però bisogno di una spiegazione, che come una matita unisca i punti numerati di un disegno. Più i due numeri corrispondenti distano l'uno dall'altro, più la mano deve rimanere ferma, e allora cerchiamo di rispondere al perché ho sentito il bisogno, dopo oltre due anni di stop, di tornare ad esprimermi come facevo un tempo.
C'è stata la calma dopo la tempesta, la necessità di abbandonare le antiche spoglie e ricercare la mia vera natura, che inevitabilmente passa per l'annientamento dell'ego. Continuare a celebrarlo attraverso le quotidiane espressioni comunicative che avevo allestito mi è sembrato davvero inutile. Ero totalmente impegnato in una ricerca interiore, e non volevo distrazioni. Sono passati due anni, quasi tre, e credo di essere giunto al punto in cui mi sento finalmente in grado tornare ad esprimermi tenendo a bada l'ego, in modo anche da non rafforzare il pregiudizio negativo nei confronti dell'esprimersi e dell'apparire, che comunque ho sempre fatto per gioco e così voglio continuare a fare.
Nel 2012 ho smesso di scrivere e di aggiornare i miei blog per concentrarmi sul mio cammino spirituale, ma non ho abbandonato mai il mio spirito creativo e le mie passioni. La voglia di scrivere l'ho compensata con un atto fotografico molto sobrio, dedito soprattutto al processo della cattura dell'immagine. Forse stanco di riversare tonnellate di immagini sui social e bisognoso di una linea guida per continuare il mio giocoso viaggio di fotografo, mi invento un nuovo luogo per esprimermi, sperando non diventi mai una cattedra, ma che venga al limite precipito come un altare sacro, sul quale celebrare riti al dio della creatività e ringraziare a mio modo la stessa Creazione.

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