TRA IL GUARDARE E IL GUARDATO

Amsterdam - Pedone (2009)

La fotografia di strada nell'era del social è terreno fertile per scomodi equivoci. Non è mai l'immagine che ferisce, né tanto meno il fotografo che è alla nobile ricerca del bello, ma è il soggetto stesso che, sicuro di essere l'unico e il solo proprietario del proprio "io", si auto censura. La mia fotografia non si arrischia quasi mai in questi territori, perché il conflitto è l'esatto opposto di ciò che cerco.
Internet, fagocitando immagini come un dio alieno, ci ha reso simili a quelle leggendarie popolazioni indigene convinte che una macchina fotografica potesse rubarli l'anima. 
Mi aggiro così tra la gente, abbandonando le spoglie di cacciatore di immagini per indossare le vesti di un sacerdote del testimoniato, in un gioco di rappresentazioni che mi fa un po' sorridere. Troppa concettualizzazione può fuorviare...
Alla fine quel che conta è guardare, e felicitarsi nel farlo bene. Perché il guardare e il guardato sono i grandi doni di dio, e riconoscerli come tali è tutto ciò a cui dovremmo aspirare. Credo sia questa l'essenza della Mindful Photography. 

Post popolari in questo blog

GENERARE LUCE

POTENZIALITÀ VISIVA = POTENZIALITÀ DIVINA p.5

UNICO OBBIETTIVO