LASCIAMOCI LIBERARE

Bruges - Per strada (2016)

Mi sono chiesto spesso se possa definirmi un fotografo. 
È sempre rischioso partecipare al gioco delle definizioni e delle false identificazioni, però ci proviamo lo stesso. 
Si, io credo di essere un fotografo, e per esserlo non ho bisogno di un pezzo di carta, di una partita iva, di un incarico, di una pubblicazione, di un riconoscimento o che altro. Io sono un fotografo perché vivo di fotografia, senza mai chiedermi che cosa dovrei fare per identificarmi in questo ruolo specifico. E come ogni esperienza autentica, anche questa la vivo alla mia maniera, come sento meglio, danzando la grande danza. 
Questa è una foto meravigliosamente casuale, sempre che esista davvero qualcosa che non sia casuale, altrimenti sarebbe una foto normale. Ho scelto questa foto perché sono certo che al momento dello scatto non ero consapevole dei due ragazzi che si baciano. O forse si? La mia attenzione di superficie era rivolta al soggetto primario, ma non posso dire con certezza che non ci fosse un pezzettino del “me” più esteso consapevole di ogni piccolo dettaglio di questa immagine. E comunque lo sono adesso, e adesso è tutto ciò che conta. 
Credo che sia un immagine con potenzialità. Può dire molto, ma è anche sfondo di vita vissuta, di passeggiate per strada, di normalità. Siamo liberi di leggerla come più ci aggrada. La fotografia è un linguaggio senza segni, può liberarci dai codici e dalle strutture spesso troppo rigidi. 
Lasciamoci liberare. 

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