LA REALTÀ È QUELLO CHE SIAMO

Impressioni prime - Colonia 2019

Un aspetto della pratica fotografica che non mi stancherà mai è quello della rilettura, cioè tornare di volta in volta alle immagini del passato e provare a leggerle in modo diverso grazie alle nuove esperienze accumulate. Dato che non esiste una codifica definitiva al linguaggio fotografico, è facile dedurre che ogni esperienza-immagine è rinnovabile nel momento in cui la si sperimenta. Nell'era del post-fotografico, estrarre immagini dal mondo non è più così importante, saperle interpretare è invece cruciale.

All'indomani di un lavoro, le foto vengono messe da parte per una consultazione futura diciamo "più oggettiva", ma una prima scrematura è doverosa. A caldo, reputo questa foto uno degli scatti più riusciti dell'ultima sessione di street. Questa preferenza è sicuramente condizionata dai miei ultimi studi su William Egglestone, del quale apprezzo moltissimo l'idea di democratizzazione del fotografato. Sarei curioso di sapere che cosa penserò tra un anno di questa stessa foto. O tra dieci anni. 

Quando riconosciamo il semplice fatto che non è mai il mondo a cambiare ma è solo il nostro modo di vedere, allora i nostri sogni e le nostre fantasie, per quanto audaci, diventano possibili. Non si tratta di cercare conferme e consensi. La realtà è solo apparentemente condivisa. Si tratta invece di vedere con chiarezza e credere fermamente in quello che si è: la sorgente stessa della realtà.





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