SAPIENS p.3

Come i nostri progenitori che lasciavano impronte sulle pareti delle caverne, i sapiens moderni continuano a lasciare tracce del loro cammino in mondi più o meno virtuali. Un fotografo li aiuta a rimanere aggrappati nella storia immaginata della realtà, grazie a quadri che ricordano, in qualche modo, delle effigi rupestri contestualizzate in paesaggi moderni. I soggetti, proprio per la loro voglia di lasciare un segno, si stagliano sempre ben definiti anche nel caos che li circonda. Dove mancano questi protagonisti, non possiamo ignorare il loro intervento sul territorio, quell'irrefrenabile desiderio di testimoniare la loro esistenza.
Siamo quello che siamo per colpa o per merito della nostra smania di raccontare storie, e in un mondo in cui queste storie sono diventate le fondamenta su cui costruiamo le nostre vite, terribili, meravigliose e immaginifiche, che male potrebbe fare una storia in più o in meno?




3a. Quattro mondi-persone a distanza ravvicinata – Amsterdam 2019


Ho visto che tutti e quattro i soggetti di questa foto, seppur molto vicini, facevano il possibile per ritagliarsi il proprio spazio e la propria privacy. Nel contesto sono entrato con la mia fotocamera, quindi ero il quinto mondo-persona che interagiva a distanza ravvicinata con altri quattro miei simili. Abbiamo sostato così per qualche minuto, meravigliosamente distanziati gli uni dagli altri dalle nostre paure. 
La mia paura sono riuscita a sconfiggerla, ma solo per il tempo di un click. Gli altri sono rimasti ai loro posti, imperturbabili, vicini ma lontani, interconnessi per puro caso o forse per il solo piacere di un fotografo in grado di costruirci su una storia.




3b. Manichini #1377 – Amsterdam 2019


Il caso allestisce i suoi manichini che immaginano storie per dare significato alle disposizioni dei loro manichini. Se la realtà è una slot-machine che lancia monetine nell'universo, allora è inutile cercarne il senso. Rimaniamo vicini alle nostre storie, alle parole, alle forme e ai colori che ci raccontano qualcosa. Teniamo a mente i modelli. Tutte le storie nascono da lì.
Il prima, l'essenziale e il vero, non hanno bisogno di retorica.



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