IMMAGINARSI

Manu (2015)

La falsa identificazione con il corpo ci porta a sopravvalutare l'immagine che abbiamo di noi stessi ed il modo in cui ci sentiamo costretti a rappresentarla per colpa del nostro ego. Il rapporto tra soggetto e ritrattista è sempre turbolento, proprio a causa dell'esigenza quasi psicotica del primo, il quale ha un'idea ben precisa del suo aspetto (rapportato al mondo) e solo raramente si riconosce in un'immagine bidimensionale, per quanto speculare possa risultare. Si riafferma così la fittizia sensazione di due entità separate, avvalorata da esclamazioni come "non mi sopporto" o "non mi piaccio", l'illusoria divisione tra il percepire e il percepito, il soggetto e l'idea della sua immagine. 
Nei bimbi questa illusione è ancora latente. Li osserviamo nella nostra confusione interiore, come da dietro delle sbarre, anche se questa loro libertà sono irrimediabilmente destinati a perderla.

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