SENZA TITOLO

Senza titolo - Assisi (2019)
Se io decido di non attribuire alcun titolo ad una foto, è per lasciare all'osservatore libertà di interpretazione o perché desidero accentuare il suo messaggio prettamente referenziale?

Prendiamo ad esempio questa immagine. A me è sempre piaciuto dare un nome alle cose, perciò non faccio nessuna fatica a trovare i titoli per le mie foto, ma più osservo questa composizione, che mi aveva affascinato già al momento dello scatto, più il suo nome continua a sfuggirmi. Probabilmente possiamo avvicinarci al suo messaggio con diverse chiavi di lettura, senza alcun bisogno di aiutini. 

Spunta dal muro questa sagoma vagamente umana, come l'impronta di un gigante, che contiene una fessura proprio in mezzo a quella rotondità che potrebbe rappresentare la sua testa, come una finestra sulla sua interiorità, uno stretto pertugio che però è completamente sbarrato. La foto è stata scattata ad Assisi, città famosa per il pellegrinaggio turistico-religioso e le sue contraddizioni, perciò il riferimento al sacro è quasi scontato. 

Dell'uomo che si ciba del pane spirituale è rimasta solo una flebile traccia sul muro. Non ci è possibile guardare dentro alla figura, perché la vera spiritualità non è mai del tutto condivisibile. La fessura è l'unica prova che abbiamo per dimostrare l'esistenza di qualcosa che va oltre la materia, ma per crederci davvero dobbiamo appellarci alla fede. Ognuno vive la sua spiritualità nell'intimità della sua solitudine, in maniera sempre nuova e meravigliosamente unica. 

Quando si parla di fede si parla di mistero, ed allora se vogliamo mantenere questa sensazione di mistero, lasciare in sospeso il titolo è quasi un atto dovuto.








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