UNA COMPETITIVITÀ SANA

La competizione negli occhi di un bambino - Ascoli Piceno (2019)

Ripensare il significato di competizione in termini non-dualistici. 

Possiamo pensare ad un tipo di "competitività sana" che non punti a soverchiare e ad umiliare l'avversario per affermare la forza del vincitore, ma serva esclusivamente a migliorare tutti i concorrenti. In questa nuova visione della competizione non possiamo aspettarci alcun premio se non quello più nobile, ovvero la gioia di essersi migliorati, perché quando subentra il concetto di retribuzione, più o meno materiale, che è sempre accompagnata dall'accrescimento della propria reputazione, veniamo inevitabilmente distratti dal significato più profondo della nostra impresa, contribuendo oltretutto a fomentare un senso di frustrazione negli sconfitti. Questo tipo di competitività di qualità più infima è assolutamente crudele perché crea divisione tra vincitori e vinti. 

Competere in maniera sana significa invece aiutarsi reciprocamente per migliorare assieme. In questa logica l'unico premio a cui ambire è il successo reciproco tra vincitori e vinti che non possono più sentirsi divisi. In realtà non lo sono mai stati, perché i primi dipendono sempre dai secondi e viceversa. 



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