RINNOVAMENTO

Macro sul balcone - Utrecht (2020)

Il tipo di creatività che io perseguo, richiede che io muova passi su terreni inesplorati. Il risultati non sono mai vincolati al consenso esterno. Solo se raccolgo un frutto di nuova e diversificata dolcezza, ho l'assoluta certezza di non aver perduto del tempo. E questo frutto non deve necessariamente essere il prodotto materiale del processo creativo, ma può benissimo rivelarsi come l'esperienza stessa di acquisizione.

Quando afferro la mia fotocamera, mi abbandono alla regola prima del mio incedere creativo, che è quella del rinnovamento. Qualunque sia l'oggetto del mio interesse, voglio che l'esperienza creativa sia rinnovata alla luce di ogni nuovo giorno. Non ho bisogno di trovare soggetti inconsueti o straordinarie tecniche di ripresa, ma devo saper vedere ciò che mi circonda come se lo vedessi di nuovo per la prima volta, e come la prima volta dovrò trasformarlo in un'immagine.

Tornare periodicamente alle stesse location, confrontarsi con i medesimi soggetti, con i paesaggi del quotidiano che diamo ormai per scontati, è l'esercizio creativo che richiede il più alto stato di presenza. Quello che si riuscirà a fermare sul sensore non avrà nessuna importanza. Essenziale è riconoscere l'elaborazione percettiva che avviene dentro di noi, e per fare ciò dobbiamo creare un vuoto bellissimo in cui lasciare accadere le nostre esperienze. Dimenticare forme, nomi, idee, associazioni, significati, costrutti, insomma, liberarsi di quella conoscenza superflua per far posto alla nuova esperienza, e non farlo solo una o due volte, ma dieci, venti, cento.

Nella scoperta del processo di rinnovamento, si nasconde il segreto di un'esperienza incontaminata, e nell'abbandonarsi ad essa, ci lasceremo meravigliare dal Divino.



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