UN'IMMAGINE PER CONOSCERSI

La Valletta - Barche (2014)

Acquisire immagini e fare fotografia sono essenzialmente due cose molto diverse. Possono a volte andare di pari passo, ma credo che oggi succeda sempre più raramente. Non voglio assolutamente denigrare una pratica per nobilitarne l'altra, ma una minima differenziazione è dovuta. Se da una parte i mezzi tecnologici ci hanno dato la possibilità di acquisire un numero pressoché illimitato di immagini a una definizione più o meno alta, questi da soli non hanno di certo incrementato la nostra creatività. Al massimo l'hanno stimolata, e questa è già una buona cosa. Ma l'esplorare le infinite possibilità del nostro spirito creativo è essenzialmente un atto volto alla conoscenza di noi stessi, e nessuno oggetto, per quanto tecnologico, moderno e meraviglioso, è in grado di fare per noi. Il gesto viene sempre dal nostro intimo. Per questo motivo, come ho scritto già in precedenza, il risultato di questa pratica è un qualcosa di secondario. Serve solo come testimonianza, come riprova di quel gesto volto all'autoconoscenza.
Fare fotografia significa "vedere" con un occhio che è solo tuo. L'immagine, che è il risultato di questa pratica, confermerà semplicemente quello che avevi già intuito nel magico istante del click. Se è ben fatta, riuscirà anche far trapelare un significato, ma non illuderti che possa davvero comunicare qualcosa di oggettivo. L'oggettività è la messinscena della nostra assoluta ed imprescindibile soggettività.

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