LA LINEA DI MISTERO

Castiglioncello - Giardino del castello (2017)


In internet sembra dilagare senza limiti l’ossessiva ricerca della “foto perfetta”, anche se forse potremo parlare più semplicemente di “foto efficace”, intendendo quel tipo di immagine impostata sui canoni classici di composizione (regola dei terzi, piano aureo) e supportata da un’altissima risoluzione visiva acquisita grazie ad obiettivi e macchine sempre più all’avanguardia e un grande lavoro di post-produzione. Davanti a queste immagini di eccelsa qualità tecnica non posso fare a meno di rilevare un appiattimento negli atteggiamenti, nelle aspettative e negli obiettivi dei fotoamatori moderni, dai professionisti ai famosi operatori della domenica, e nell’era degli smartphones ogni giorno è domenica. Nella loro apparente bellezza queste immagini le scopro prive di mistero, un elemento che reputo essenziale per suggerire un’emozione profonda. Le foto d’impatto colgono l’attenzione e l’approvazione nel tempo di uno swipe, per poi finire subito nel dimenticatoio della rete. Sono immagini “sicure”, che fanno il loro dovere, perché suscitano emozioni palesi. Non c’è bisogno di tornarci sopra, di capirle oltre la loro superficie.
Più sappiamo di fotografia, più la nostra mente elabora immagini d’impatto, e più ci confrontiamo e prendiamo consapevolezza di questo meraviglioso materiale espressivo, più il campo delle foto perfette si allarga. Di conseguenza la linea che divide le foto perfette da quelle brutte o banali si assottiglia. Io credo che proprio su questa linea si possa ancora trovare un po’ di mistero, un'incognita capace di farci sentire incerti, incompleti e scomodi, qualcosa capace di suscitare emozioni a noi estranee e che ci permetta, una volta comprese, di conoscerci meglio.
È spesso nella banalità quotidiana che ritrovo interesse per la vita e mi viene naturale volerla rappresentare a pezzetti con la mia fotocamera.

Mi chiedo dove si trovi la differenza tra la “foto della domenica” e quella costruita oppure cercata per scopi diversi, spesso considerati più nobili della semplice registrazione (affermazione) di un ricordo. Il gesto è identico mentre le conseguenze cambiano a seconda della fruizione dell’immagine. Ignoriamole per un momento queste conseguenze e soffermiamoci sul gesto. È lui che innesca tutto il resto. In sé il gesto è puro, incontaminato, il reale e libero slancio di una mente creativa che cerca di soddisfare un desiderio profondo, quello di afferrare l'inafferrabile. Si concede ad un rituale che ha in sé qualcosa di magico, di imponderabile, e ha che fare con il tempo, la memoria, lo stato di presenza, il passato e il presente. Il gesto è essenziale e vero. Tutto il resto invece sono pensieri al vento.

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