FINE DEL DRAMMA

La Roche - Morto in scena (2017)


Ecco che la luce crea il miracolo dell'apparire riflesso nel vedere. Noi incanaliamo questo miracolo dentro una piccola fessura che ci riconsegna un'immagine capovolta, un disegno di luce. È nuovamente la luce che ci permette di esperire questa testimonianza, che chiamiamo fotografia, mera rappresentazione dell'accaduto, del passato, ma che possiamo sperimentare sempre e solo nel presente, nell'adesso. La fotografia è una metafora bellissima per indagare sulla realtà ultima. Quando l'oceano della consapevolezza si riversa in un punto, dà origine all'essere. Perché la mente è come un foro stenopeico: incanala la consapevolezza e la riflette come coscienza che percepisce il mondo. Ogni percezione è diversa, come le forme accarezzate dalla luce. Ma noi non siamo la forma, noi siamo la luce.

Allora posso dire che la verità è solo nel gesto in quanto conseguenza del vedere, e non nell'immagine acquisita. La foto è solo la prova materiale di quel gesto che proviene dalla potenzialità del vedere e si sofferma su una particolare visione, è un riconoscere consapevole che si afferma attraverso la cattura dell'esperienza. La lettura successiva a questo gesto è alterata dalla fruizione della foto e dai pregiudizi dei lettori. Per questi motivi non è più attinente alla realtà. È immagine immaginata, è rappresentazione visiva. Ma alla sua origine vi è un gesto che può essere puro, consapevole e vero. La realtà è tutta lì.

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