UNA SCELTA

Londra - Leicester Square (2017)


Ho scelto di accompagnare queste riflessioni sulla mia personale visione del gesto fotografico con alcune immagini elaborate in bianco e nero. La scelta monocromatica è dovuta ad una serie di ragionamenti che in realtà poco avrebbero a che fare con le mie conclusioni. Auspico una fotografia senza pensiero e poi mi perdo nell'elaborazione di un pretesto per giustificare una semplice scelta estetica. Qualcosa allora non torna.
In principio ho pensato che il bianco e nero si adattasse al concetto di “semplice gesto”, proprio per via della sua essenzialità. Poi mi sono chiesto per quale motivo dovrei elaborare e quindi stravolgere l'informazione numerica per ottenere l'emulazione di un linguaggio che è rilegato prevalentemente alla fotografia del passato. 
Scattando in raw, che non è semplicemente un'immagine numerica ma un pacchetto di informazioni da elaborare, pensavo che l'effetto monochrome (che occupa  uno spazio di memoria ristretto) potesse nella sua brevità accostarsi al concetto di semplice gesto. Ma anche se la desaturazione riduce l'informazione del file, si tratta sempre di un'alterazione secondaria, che avviene nel luogo mentale della post-produzione, e come ho già detto non ha nulla a che fare con il significato di presenza del gesto.
Potrei imputare perciò una giustificazione puramente concettuale, ma rimarrei impigliato nelle trame del pensiero. 
Nonostante tutto la post-produzione ha il compito di rendere testimonianza, in un modo o in un altro. Ho scelto di usare questo stile, mai sottovalutando il fatto che oggi abbiamo il grande privilegio di farlo in seconda sede, perché lo trovo adatto ai testi che ho scritto.
Tutto qui. 

"Le foto in bianco e nero sono la magia del pensiero teorico, in quanto trasformano il discorso teorico lineare in superfici. In questo risiede la loro particolare bellezza, che è la bellezza dell'universo concettuale."

Vilém Flusser - Per una filosofia della fotografia 


Leggendo il saggio di Flusser scopro che il mio iniziale pretesto viene completamente ribaltato. Il bianco e nero è a suo dire fortemente concettuale, o forse solo semplificativo nella sua concettualità. In realtà qualsiasi immagine (monocromatica o a colori) è un risultato di contrasti (più scuro e più chiaro) e trasmette un messaggio chiaramente dualistico (il bene ed il male, il giusto e lo sbagliato).
Ma io non ho concetti da esporre. Non voglio fissare un'idea. Mi preme soltanto vedere e mostrare ciò che io vedo. Il mio vedere e il mio mostrare diventerà la mia testimonianza, mentre il vedere degli altri, anche il vedere di ciò che io mostro, diventerà la loro testimonianza. 
Non c'è molto altro da aggiungere. 

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