ATTEGGIAMENTO

Alfama - 2015


Le fotografie richiamano agli oggetti fotografati.
Le parole esprimono concetti che attribuiamo agli oggetti. 
Cosa differenzia queste tre esperienze: oggetto, foto e parola?
La prima è la cosa in sé mentre le altre due sono i suoi indicatori. 
La foto è un indicatore visivo mentre la parola è un indicatore concettuale. 
Il significato delle parole viene alterato dall'atteggiamento con cui si analizzano i concetti espressi.
Se affronto la parola “amore” da un punto di vista dualistico, che è per sua natura esclusivo, competitivo e radicato nel senso di individualità separata, esprimerò un concetto ovviamente dualistico, fondato sull'esclusività, la possessività e la gelosia. Se invece cercherò di concettualizzare la parola “amore” con un atteggiamento non-dualistico, giungerò ad un significato completamente diverso che non ammette separazioni o conflitti. 
Questa regola può essere applicata a qualsiasi parola (concetto).
La realtà espressa cambia a seconda dell'atteggiamento con cui la concettualizziamo. 
Anche la foto, che è indicatore visivo, può cambiare a seconda dell'atteggiamento.
Prendiamo ad esempio una strada: la parola “strada” concettualizza l'oggetto esperito. La foto di una strada ci mostra un passaggio pavimentato delimitato da una serie di case. Grazie a questa immagine noi riconosciamo il concetto di strada. Non sappiamo molto di più. Dobbiamo fidarci della nostra memoria per poter consentire alla foto di indicarci l'oggetto in questione. 
Se il mio atteggiamento di fotografo è dualistico, separo la strada dal mio osservarla, raccogliendo perciò la prova visiva di un qualcosa di separato. Tra me e la strada ci sono tutte le mie esperienze di fotografo e la mia macchina fotografica con le sue funzioni. Grazie a tutto questo riesco ad ottenere una fotografia di quell'oggetto separato da me.
Se invece il mio atteggiamento di fotografo è non-dualistico la separazione non avviene. C'è solo un libero fotografare, la testimonianza in forma di immagine dell'esperienza dell'osservare, del meravigliarsi, del comprendere che tutto è uno. 

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