LIBERATO

Den Haag 2016


Esprimersi diventa necessità, una richiesta d'aiuto, ma solo per chi è intrappolato tra il piacere e il dolore, tra il bene ed il male.
Si dice che il liberato non senta il bisogno di lasciare traccia perché sa che tutto gli appartiene e che il corpo-mente (con tutte le sue caratteristiche innate e il suo bagaglio culturale) è transitorio e perciò irreale. Il liberato ha solo un messaggio da recapitare, la buona notizia della liberazione. Non ha altri fini. Solo questo a lui preme.
Così indosso gli occhi del bambino per vedere solo ciò che è, non ciò che la mia mente, separando, desidera vedere, catturare e mostrare. Un vedere diverso? Un vedere nuovo?
No.
Il vedere del bambino è un vedere antico.

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